Tangentopoli. 25 anni fa "Mani pulite" e la fine della Prima Repubblica

di Rosanna Pilolli 16/02/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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In foto il pool milanese: Di Pietro, Colombo, Greco e Davigo

Dopo gli anni settanta e gli inizi degli ottanta del secolo scorso imbevuti del sangue del terrorismo, il periodo appena successivo della “Milano da bere”, apparve come l’inizio per l’Italia di una nuova rinascita politica e di una conquistata pace sociale. Non fu così. Il nuovo decennio, l’ultimo del secolo, si apriva dando alla luce “Tangentopoli” l’inchiesta che è rimasta nell’immaginario collettivo e nella realtà come l’esempio di uno scandalo di corruzione talmente ampio da portare alla perdita di legittimità un’intera classe politica. E da segnare la fine della cosiddetta Prima Repubblica

Si pensò allora che terminato quel tornado politico-amministrativo il nostro Paese sarebbe ancora una volta risorto innocente dalle macerie della corruzione diffusa. La speranza purtroppo é stata smentita dagli altri scandali, dalle nuove corruzioni dei nostri giorni: Expo, Mafia Capitale, L’Aquila per citarne alcuni.

“Tangentopoli” cominciò a Milano il mattino del 17 febbraio 1992 quando un’automobile  dei carabinieri con sirena lampeggiante si fermava davanti al Pio Albergo Trivulzio e prelevava il suo Presidente, l’ing. Mario Chiesa membro autorevole del Partito Socialista, prossimo a  diventare sindaco della città. Era stato “pescato” mentre aveva appena intascato una “bustarella” di sette milioni, la metà di una tangente pattuita con il proprietario di una piccola azienda di pulizie, Luca Magni che doveva versare la donazione “spontanea” del 10% dell’appalto di 140 milioni. Stanco di pagare Magni aveva denunciato i fatti

 La notizia si trasformò subito in un frastuono politico. L’On. Bettino Craxi impegnato nella campagna elettorale che avrebbe dovuto renderlo ancora Presidente del Consiglio negò che vi fosse nel Paese una corruzione programmata e continuativa : Mario Chiesa sarebbe stato soltanto un “mariuolo isolato”.  Dal carcere di S.Vittore dopo qualche silenzio, giunse invece la sconfessione: Chiesa affermò che le tangenti erano una specie di tassa richiesta nella stragrande maggioranza degli appalti: beneficiari i partiti di ogni colore politico soprattutto quelli al Governo: Democrazia Cristiana e Partito socialista. I cittadini rimasero sconcertati e le elezioni del 5 aprile furono caratterizzate di conseguenza da una fortissima astensione: i partiti in campo persero consensi assai rilevanti comprese le opposizioni di sinistra mentre trionfavano soltanto la Lega a Nord e la Rete di Leoluca Orlando al Sud.

Entrava ufficialmente in campo il pool di “Mani pulite” della Procura di Milano con i magistrati Antonio Di Pietro,  Pier Camillo Davigo, Gherardo Colombo tra i più noti. Il termine “Mani pulite” che si riferiva inizialmente al fascicolo aperto a Milano dal PM Antonio Di Pietro si estese ad altre Procure in tutta Italia.

L’opinione pubblica si schierò compatta con i PM, nacquero comitati, si fecero fiaccolate di solidarietà e movimenti spontanei.  Brillava la stella di Antonio Di Pietro, fiorivano  gli appelli: “Di Pietro facci sognare! Colombo, Di Pietro non tornate indietro”

     Molti politici e industriali furono arrestati in quell’ondata di arresti e di avvisi di garanzia. Iniziò una drammatica stagione di suicidi. Molti si dichiararono colpevoli di tangenti versate però nelle casse del proprio partito.  Chiamate a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica le Camere si pronunciarono in una situazione di vivissima tensione. (in quegli stessi giorni veniva ucciso dalla mafia Giovanni Falcone). Naufragarono le candidature di Arnaldo Forlani e di Giulio Andreotti: venne eletto Oscar Luigi Scalfaro. Bettino Craxi figura di grande rilievo come statista subirà l’onta delle monetine lanciategli addosso all’uscita di un albergo romano. Ebbe processi e notevoli condanne prima di recarsi in “esilio volontario” ad Hammamet. La Presidenza del Consiglio venne data a Giuliano Amato.

Enorme il numero dei parlamentari arrestati, completa la tipologia di reati amministrativi: corruzione, concussione, peculato. Abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato. Sui Partiti tradizionali completamente disgregati sorgeva l’astro di Silvio Berlusconi.

Le tangenti pesarono allora, fu calcolato, fortemente sul bilancio dello Stato: costarono 10.000 miliardi annui per i cittadini, un indebitamento pubblico fra 150.000 e 250.000 miliardi di lire, dai 15.000 a 25.000 miliardi di interessi annui sul debito pubblico.

E oggi la situazione, secondo le ricerche e i dati di associazioni ed enti, non sembra molto distante da quel 17 febbraio del 1992.


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